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      I nobili si crederanno meno offesi, quando si vedranno non del tutto obbliati; ed i negozianti, finora disprezzati da' nobili, saranno superbi di un onore che li eguaglia ai loro rivali, e può la nazione sperar da loro aiuti grandissimi ne' suoi bisogni. In Napoli questa è la classe amica del popolo, poiché da questa classe dipende e vive quanto in Napoli vi sono pescatori, marinai, facchini e di altri tali, che formano quella numerosa e sempre mobile parte del popolo che chiamansi 'lazzaroni'. Utili anche sarebbero molti ricchi proprietari delle province, i quali possono colá ciò che possono i negozianti in Napoli, e potranno dare al governo quei lumi che non ha e che non può avere altrimenti sulle medesime.
      «Per effetto della nostra mal diretta educazione pubblica, la cognizione delle nostre cose si trova riunita al potere ed alla ricchezza: coloro che hanno per loro porzione il sapere, per lo piú, tutto sanno fuorché ciò che saper si dee. Allevati colla lettura de' libri inglesi e francesi, sapranno le manifatture di Birmingham e di Manchester, e non quelle del nostro Arpino; vi parleranno dell'agricoltura della Provenza, e non sapranno quella della Puglia; non vi è tra loro chi non sappia come si elegga un re di Polonia o un imperatore dei romani, e pochi sapranno come si eleggono gli amministratori di una nostra municipalitá; tutti vi diranno il grado di longitudine e di latitudine d'Othaiti: se domandate il grado di Napoli, nessuno saprá dirlo. Un tempo i nostri si occuparono di tali cose, ed ebbimo scrittori di questi oggetti prima che le altre nazioni di Europa ancora vi pensassero.


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Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799
di Vincenzo Cuoco
pagine 270

   





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