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      Il popolo potrá credere che si voglia prender giuoco di lui e che si pensi ad escluderlo da tutto. Un generale estero, che venisse egli solo a darci la legge, si tollererebbe come un re conquistatore, e l'oppressione, in cui ciascuno vedrebbe gli altri tutti, gli renderebbe tollerabile la propria; ma, subito che chiamate a parte della sovranitá la nazione, conviene che usiate piú riguardi: o conviene dar a tutti o a nessuno; i consigli di mezzo non tolgono l'oppressione e vi aggiungono l'invidiať.
      Si passava ad indicare, in tutte le classi, de' veri patrioti, i quali, senza esser ascritti a verun club, amavano la patria ed avrebbero saputo renderla felice... Ma i nomi di costoro sarebbe ora colpevole imprudenza rivelare.
     
      XXI
     
      MASSIME CHE SI SEGUIRONO
     
      Io prego tutti coloro i quali leggeranno questo paragrafo a non credere che io intenda scrivere la satira de' patrioti. Se il patriota č l'uomo che ama la patria, non sono io stesso un patriota? Come potrei condannare un nome che onora tanti amici, de' quali or piango la lontananza o la perdita? Noi possiamo esser superbi che in Napoli la classe de' patrioti sia stata la classe migliore: ivi, e forse ivi solamente, la rivoluzione non č stata fatta da coloro che la desideravano sol perché non avevano che perdere. Ma in una grande agitazione politica č impossibile che i scellerati non si rimescolino ai buoni, come appunto, agitando un vaso, č impossibile che la feccia non si rimescoli col fluido. Il grande oggetto delle leggi e del governo č di far sí che, ad onta de' nomi comuni de' quali si vogliono ricoprire, si possano sempre distinguere i buoni dai cattivi, e che si riconosca per patriota solo colui che č degno di esserlo.


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Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799
di Vincenzo Cuoco
pagine 270

   





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