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      Allora i cattivi non corromperanno l'opera de' buoni. Allora il governo de' patrioti sará il migliore de' governi, perché sará il governo di coloro che amano la patria. Ma tale č la dura necessitá delle cose umane, che spesso le maggiori avvertenze, che si prendono per far prevalere i buoni, non fanno che allontanarli e verificare l'antico adagio: che nelle rivoluzioni trionfano sempre i pessimi.
      Nelle altre rivoluzioni i rivoluzionari non buoni han fatto sorgere princípi pessimi. In quella di Napoli princípi non nostri e non buoni fecero perdere gli uomini buoni. Nulla di migliore degl'individui che avevamo, perché i princípi loro individuali erano retti: se le operazioni politiche non corrisposero alle loro idee, ciň avvenne perché i princípi pubblici non erano di essi ed erano fallaci. Questi princípi politici per necessitá doveano corromper tutto.
      Alcuni falsi patrioti o maligni speculatori, ai quali né la classe de' buoni né un solo del governo aderí mai, dicevano che tutti gli aristocratici, che tutt'i vescovi, tutt'i preti, tutt'i ricchi dovevano essere distrutti. Non erano contenti che fossero eguagliati agli altri. La repubblica fiorentina operava una volta cogli stessi principi; e la repubblica fiorentina fu perciň in una continua guerra civile, che finalmente produsse la sua morte. Questo avviene inevitabilmente tutte le volte che la repubblica non č fondata sopra la giustizia; e non lo č mai ogni qual volta, dopo aver distrutta la classe, continua a perseguitar l'individuo, non perché ami le distinzioni della classe giá estinta, ma solo perché le apparteneva un giorno.


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Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799
di Vincenzo Cuoco
pagine 270

   





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