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      In tempi di continue guerre civili, i pochi uomini liberi che eran rimasti nelle nostre regioni, non avendo né sicurezza né proprietá, chiesero la protezione dei potenti e l'ottennero a prezzo di libertá.
      Grandi erano certamente questi abusi; ma tale era l'infelicitá dei tempi, tale la condizione degli uomini, tale la desolazione delle nostre contrade, che essi dovettero sembrar tollerabili effetti, e talora, giunti all'estremo, produssero il ritorno del bene. Gli uomini moltiplicati dovettero estendere la loro industria e reclamarono la loro libertá civile: č questo il primo passo che le nazioni fanno verso la coltura. Un re di spirito generoso, che voleva elevarsi, si rese forte col favore del popolo, che egli difese contro gli altri tiranni minori, e le monarchie di Europa sorsero dalle rovine dell'aristocrazia feudale. Noi vediamo nella nostra storia tutti i passi dati dal popolo, le opposizioni de' baroni, l'ondeggiar perpetuo de' sovrani a seconda che temevano o de' baroni o de' popoli, e la rapacitá del fisco, eterno traditore de' baroni, de' popoli e dei re. La storia indica la strada da seguire uniforme alle idee de' popoli; le stesse leggi feudali indicano la riforma della feudalitá; quella riforma, che i popoli bramano, che i baroni non possono impugnare.
      Non bastava una legge che dichiarasse abolita la feudalitá: questa legge sarebbe stata piú pomposa che utile. Poco rimaneva presso di noi che avesse l'apparenza feudale: il difficile era riconoscer la feudalitá anche dove parea che non vi fosse.


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Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799
di Vincenzo Cuoco
pagine 270

   





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