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      L'odio contro gl'individui che governano, odio che poco può in un governo antico, è pericolosissimo in un governo nuovo; perché, siccome il governo nuovo è tale quale lo formano gl'individui che lo compongono, il popolo contro gl'individui niun soccorso aspetta da un governo che conosce, e l'odio contro di quelli diventa odio contro di questo.
      È un carattere indelebile dell'uomo quello di sostener con piú calore le opinioni proprie che le altrui, piú le opinioni che crede nuove e particolari che le antiche e comuni. Io credo, e fermamente credo, che, se le operazioni che taluni agenti si permisero contro i preti fossero state ordinate dal governo, il loro zelo sarebbe stato minore. La legge nulla determinava: il suo silenzio proteggeva le persone ed i beni degli ecclesiastici; quindi quei pochi agenti del governo, che voleano dare sfogo alle loro idee proprie, si doveano restringere agl'insulti. Or gl'insulti ricadono piú direttamente contro gli dèi, e le operazioni contro gli uomini. La condotta di molti repubblicani era tanto piú pericolosa quanto che si restringeva alle sole parole: mentre si minacciavano i preti, si lasciavano; ed essi ripetevano al popolo che gli agenti del governo l'aveano piú colla religione che coi religiosi, perché, mentre si lasciavano i beni, si attaccavano le opinioni. Si avrebbe dovuto far precisamente il contrario, ed allora tutto sarebbe stato nell'ordine.
      Il governo si avvide, ma tardi, dell'errore: volle emendarsi e fece peggio. Il popolo comprese che il governo operava piú per timore che per interna persuasione; e, quando ciò si è compreso, tutto è perduto.


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Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799
di Vincenzo Cuoco
pagine 270