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      S'incomincị a raccogliere i soldati del re in Capua, indi un'altra volta in Portici. La repubblica napolitana era in istato di mantenerli; essi avrebbero potuto salvar la patria, salvar l'Italia: ma, appena si vide incominciare l'operazione, che fu proibita. A quei pochissimi soldati che si permise di ritenere non si accordarono se non a stento le armi, che erano tutte nei castelli in potere dei francesi.
      Intanto si volea disarmare la popolazione. Come farlo senza forze? Ma i francesi temeano egualmente le popolazioni ed i patrioti; e questo loro soverchio timore fece dipoi che le popolazioni si trovassero armate per offenderli, ed i patrioti per difendersi disarmati. Si ordinava il disarmo, ed intanto i custodi francesi delle armi, non conoscendo gli uomini e le cose in un paese per essi nuovo, le vendevano; e ne compravano egualmente tanto il governo repubblicano, a cui era giusto restituirle senza paga, quanto i traditori, a cui era ingiusto darle anche con paga. I mercenari, che avrebbero potuto diventar nostri amici, non avendo onde vivere, passarono a raddoppiar la forza dei nemici nostri.
      Oltre di una truppa di linea, si avrebbe potuto sollecitamente organizzare una gendarmeria: allora quando ordinossi a tutt'i baroni di licenziare le loro genti d'armi, costoro sarebbero passati volentieri al servizio della repubblica; essi non sapevano far altro mestiere: abbandonati dalla repubblica, si riunirono agl'insorgenti. Essi avrebbero potuto formare un corpo di cinque in seimila uomini, e tutti valorosi.


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Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799
di Vincenzo Cuoco
pagine 270

   





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