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      Le eccezioni, le quali si reputan sempre figlie del favore, non distruggevano le impressioni prodotte una volta dalla legge generale: molti rimasero ancora ondeggianti; moltissimi si trovavano giá aver dati passi irretrattabili contro un governo che credevano ingiusto. La durata della nostra repubblica non fu che di cinque mesi: nei primi gli uffiziali non poterono ottener gradi; negli ultimi non vollero accettarne.
      Si vuole dippiú? Degli stessi insorgenti si avrebbero potuto formare tanti amici. Essi seguivano un capo, il quale per lo piú non era che un ambizioso: questo capo, quando non avesse potuto estinguersi, si poteva guadagnare, e le sue forze si sarebbero rivolte a difendere quella repubblica, che mostrava di voler distruggere.
     
      XXVII
     
      GUARDIA NAZIONALE
     
      Il nostro governo erasi ridotto a fondar tutte le speranze della patria sulla guardia nazionale. Ma la guardia nazionale dev'essere la forza del popolo, e non mai quella del governo.
      Tutto fu ruinato in Francia, quando il governo credette non dover avere altra forza: la Vandea non fu mai ridotta, gli assassini ingombrarono tutte le strade, non vi fu piú sicurezza pubblica ed invece della tranquillitá si ebbero le sedizioni. Il primo difetto di ogni guardia nazionale è l'esser piú atta all'entusiasmo che alla fatica; il secondo è che, quando non difende la nazione intera, quando a buon conto una parte della nazione è armata contro dell'altra, è impossibile evitare che ciascun partito non abbia tra le forze dell'altro dei seguaci, degli amici, i quali impediscano o almeno ritardino le operazioni.


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Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799
di Vincenzo Cuoco
pagine 270

   





Francia Vandea