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      Dopo qualche giorno, dovea sorgere un ordine di cose, il quale si accostasse piú all'antico governo, che i popoli sapeano, piuttosto che al nuovo, che essi ignoravano; e l'idea dei nuovi conquistatori dovea associarsi negli animi loro alla memoria di tutti i mali che avea prodotti l'anarchia.
      Il cardinal Ruffo, il quale ai primi giorni di febbraio avea occupata la Calabria dalla parte di Sicilia, spingeva un'altra insorgenza verso il settentrione e veniva a riunirsi alle altre insorgenze in Matera. Il governo troppo tardi avea spedito nelle Calabrie due commissari, tali appunto quali gli abitanti non gli voleano: per che, senza forze, erano stati costretti a fuggire, e fu fortunato chi salvò la vita. Monteleone, ricca e popolata cittá, ripiena di spirito repubblicano, avea opposta una resistenza ostinata a Ruffo; ma, sola, senza comunicazione, era stata costretta a cedere. E nello stesso modo cedettero tutte le altre popolazioni di Calabria.
      Tutte le popolazioni repubblicane delle altre province, isolate, circondate, premute da per tutto dagl'insorgenti, si vedevano minacciate dello stesso destino. Si aggiungeva a ciò che le popolazioni insorgenti saccheggiavano, manomettevano tutto; le popolazioni repubblicane erano virtuose. Ma, quando, per effetto dei partiti, gli scellerati non si possono tenere a freno, essi si dánno a quel partito i di cui princípi sono piú conformi ai loro propri, e forzano, per cosí dire, gli dèi a non essere per quella causa che approva Catone.
      Si vollero distruggere le insorgenze della Puglia e della Calabria come le piú pericolose, come le piú lontane e le piú difficili a vincere, perché le piú vicine alla Sicilia.


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Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799
di Vincenzo Cuoco
pagine 270

   





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