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      Quando le pene non sono livellate alle idee de' popoli, l'eccesso stesso della pena ne rende piú difficile l'esecuzione e, per renderle piú efficaci, convien renderle piú miti.
      Negli ultimi tempi si eresse in Napoli un «tribunale rivoluzionario», il quale procedeva cogli stessi princípi e colla stessa tessitura di processo del terribile comitato di Robespierre. Forse quando si eresse era troppo tardi, ed altro non fece che tingersi inutilmente del sangue degli scellerati Baccher nell'ultimo giorno della nostra esistenza civile, quando la prudenza consigliava un perdono, che non potea esser piú dannoso. Ma, quand'anche un tal tribunale si fosse eretto prima, la legge stessa, colla quale se ne ordinava l'erezione, sarebbe stato un avviso alla nazione perché si fosse posta in guardia contro il tribunale eretto.
      Il terrorismo cogl'insorgenti si provò sempre inutile. «E che? - scrivea la saggia e sventurata Pimentel - quando un metodo di cura non riesce, non se ne saprá tentare un altro?».
      Difatti si accordò un'amnistia agl'insorgenti: non a tutti, perché sarebbe stata inutile; ma a coloro che il governo ne avesse creduti degni, onde cosí ciascuno si fosse affrettato a meritarla, e questo desiderio avesse fatto nascere il sospetto e la divisione tra tutti. Ma tale perdono dovea farsi valere per mezzo di persone sagge ed energiche, le quali avessero potuto penetrare ed eseguire gli ordini del governo in tutt'i punti del nostro territorio. Io lo ripeto: la mancanza delle comunicazioni tra le diverse parti dello Stato e la mancanza delle forze diffuse in molti punti per mantener tale comunicazione, la mancanza a buon conto della diligenza e della severitá erano l'origine di tutti i nostri mali e facevan credere necessario ad alcuni un terrorismo, il quale non avrebbe fatto altro che accrescerli.


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Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799
di Vincenzo Cuoco
pagine 270

   





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