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      Il debito nazionale in Napoli non era tale che non si avesse potuto soddisfare. Era piú incomodo che gravoso. Conveniva una piú regolata amministrazione, e questa vi fu(51): infatti, in cinque mesi di repubblica, il governo, colle rendite di sole due province, tolse dalla circolazione un milione e mezzo di carte. Con tanta moralitá nel governo, si potea far quasi a meno della legge per un male che si avrebbe potuto forsi guarire col solo fatto, e che si sarebbe guarito senza dubbio, se le circostanze interne ed esterne della nazione fossero state meno infelici. Ma conveniva, nel tempo istesso, che tutta la nazione avesse soddisfatto il debito nazionale; conveniva che questo debito avesse toccato la nazione in tutt'i punti; e, dove prima gravitava solo sulla circolazione, si fosse sofferto in parte dall'agricoltura e dalla proprietá: cosí il debito, diviso in tanti, diveniva leggiero a ciascuno.
      La nazione napolitana è una nazione agricola. In tali nazioni la circolazione è sempre piú languida che nelle nazioni manifatturiere o commercianti; ed il danaro, o presto o tardi, va a colare, senza ritorno, nelle mani dei possessori dei fondi. Difatti in Napoli, e specialmente nelle province, non mancava il danaro: ma questo danaro era accumulato in poche mani, mentreché per la circolazione non vi erano che carte. Conveniva attivare tutta la nazione, ed offerire ai proprietari di fondi delle occasioni di spendere quel danaro che tenevano inutilmente accumulato. Conveniva... Ma io non iscrivo un trattato di finanze: scrivo solo ciò che può far conoscere la mia nazione.


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Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799
di Vincenzo Cuoco
pagine 270

   





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