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      La libertá invidia e la legge toglie gl'impieghi anche agli ottimi.
      Questi cangiamenti ne produssero degli altri ugualmente rapidi nel governo delle nuove repubbliche. Quasi ogni mese si cangiavano i governanti nella repubblica romana. Come sperare quella stabilitá di princípi, quella costanza di operazioni, che solo puň rendere le repubbliche ferme e vigorose?
      Talora, oltre dei governanti, si violentava anche la costituzione; e quello stesso Direttorio, che avea violata la costituzione francese, rovesciň anche la cisalpina. Si trovarono delle anime eroiche, che seppero resistere agl'intrighi ed alla forza, e preferirono la libertá del loro giuramento al favore del conquistatore. In Napoli, quando si temeva che le idee del Direttorio potessero non esser quelle dell'indipendenza e felicitá della nazione, tutt'i governanti giurarono di deporre la carica. Non vi fu uno che esitň un momento. Ma possiamo noi contare sopra un popolo di eroi? Il maggior numero č sempre debole; ed il popolo intero come puň amar una costituzione che non si abbia scelta da se stesso e che non possa conservare né distruggere se non per volere altrui?
      Si aggiunga a ciň che il principio fondamentale delle repubbliche, che č il rispetto e l'amore pe' suoi cittadini, mentre rende un governo repubblicano attentissimo ad ogni ingiustizia che si commetta tra' suoi, lo rende negligente sulla sorte degli esteri: un proconsolo era giudicato in Roma da coloro che erano suoi eguali e che temevano piú di lui che delle province desolate.


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Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799
di Vincenzo Cuoco
pagine 270

   





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