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      Le repubbliche italiane segnavano l'etá con sempre nuovo languore invece di rassettarsi cogli anni, quanto piú vivevano piú si accostavano alla morte; e le altre repubbliche d'Italia, dopo quattro anni di libertá, si trovarono tanto deboli quanto la nostra lo era al principio della sua politica rivoluzione.
      Se i francesi avessero permesso alla repubblica cisalpina di organizzare una forza regolare, se lo avessero permesso alla repubblica romana, avrebbero potuto piú lungo tempo contrastare in Italia contro le forze austro-russe: se non impedivano l'organizzazione delle forze napolitane, queste avrebbero assicurata la vittoria al partito repubblicano. Ma il voler difendere la repubblica cisalpina, la romana, la napolitana colle sole proprie forze; il voler temere egualmente il nemico e gli amici, era la massima di un governo che vuol crescer il numero dei soggetti senza aumentar la forza(55).
      Si parla tanto del tradimento di Scherer: Scherer tradí il governo, ma la condotta di quel governo avea di giá tradita una gran nazione.
      La rivoluzione di Napoli potea solo assicurar l'indipendenza d'Italia, e l'indipendenza d'Italia potea solo assicurar la Francia. L'equilibrio tanto vantato di Europa non può esser affidato se non all'indipendenza italiana; a quell'indipendenza, che tutte le potenze, quando seguissero piú il loro vero interesse che il loro capriccio, dovrebbero tutte procurare. Chiunque sa riflettere converrá meco che, nella gran lotta politica che oggi agita l'Europa, quello dei due partiti rimarrá vincitore che piú sinceramente favorirá l'indipendenza italiana(56).


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Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799
di Vincenzo Cuoco
pagine 270

   





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