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      Si perdette anche il contado di Molise. Non si era pensato a guadagnar le posizioni di Monteforte, Benevento, Cerreto ed Isernia, onde impedire le comunicazioni di queste insorgenze tra loro. Ribollí l'insorgenza di Nola, comunicando con quella di Puglia; e Napoli fu quasi che assediata.
     
      XLVI
     
      MINISTRO DELLA GUERRA
     
      Si era esposto mille volte al ministro della guerra tutto il pericolo che si correva per le insorgenze troppo trascurate; ma egli credeva ed avea fatto credere al governo non esser ciò altro che voci di allarmisti. Si giunse a promulgare una legge severissima contro i medesimi; ma la legge dovea farsi perché gli allarmisti non ingannassero il popolo, e non giá perché il governo fosse ingannato dagli adulatori.
      Il governo era su questo oggetto molto mal servito da' suoi agenti tanto interni che esterni, poiché per lo piú eransi affidati gli affari a coloro i quali altro non aveano che l'entusiasmo; ed essi piú del pericolo temevano la fatica di doverlo prevedere.
      I popoli non erano creduti. Si chiesero de' soccorsi al governo per frenare l'insorgenza scoppiata nel Cilento. Si proponeva al ministro che s'inviassero i francesi. - I francesi - si rispondeva - non sono buoni a frenare l'insorgenza; - e si diceva il vero(60). - Vi anderanno dunque i patrioti? - I patrioti faranno peggio. - Ma intanto il pessimo di tutt'i partiti fu quello di non prenderne alcuno; ed il piú funesto degli errori fu quello di credere che il tempo avesse potuto giovare a distruggere l'insorgenza.
      Il ministro della guerra diceva sempre al governo che egli si occupava a formare un piano, che avrebbe riparato a tutto.


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Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799
di Vincenzo Cuoco
pagine 270

   





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