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      Molti credettero che si avrebbe potuto riunire gran numero di patrioti, se si dichiarasse la patria in pericolo; ma, sia timore, sia soverchia confidenza, questo linguaggio franco non si volle mai adottare dal governo, e solo si ridusse ad ordinare che ad un tiro designato di cannone tutti della milizia nazionale dovessero condursi ai loro posti, e gli altri del popolo ritirarsi nelle loro case, né uscirne, sotto pena della vita, prima del nuovo segno. Misura piú allarmante di qualunque dichiarazione di pericolo, poiché, non dichiarandolo, lasciava libero il capo alla fantasia alterata d'immaginarlo piú grande di quello che era; misura che non dovea usarsi se non negli estremi casi e che, essendosi usata imprudentemente la prima volta, quando bisogno non vi era, fece sí che si fosse usata quasi che inutilmente, quando poi vi fu bisogno(61).
      Intanto le infinitesimali colonne spedite da Manthoné furono ad una ad una distrutte. Quella comandata da Spanò fu battuta a Monteforte; l'altra, comandata da Belpulsi, che dovea esser per lo meno di mille e duecento uomini, vanguardia di un corpo piú numeroso, e che poi si trovò essere in tutto di duecentocinquanta, fu costretta a retrocedere da Marigliano, ove non potea piú reggere in faccia a tutta la forza di Ruffo. La sola colonna di Schipani resse nella Torre dell'Annunziata, perché era composta di numero maggiore, perché non poteva esser circondata se prima non si guadagnava Marigliano e perché finalmente era sotto la protezione delle barche cannoniere, le quali allontanavano l'inimico dalla strada che va lungo il mare.


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Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799
di Vincenzo Cuoco
pagine 270

   





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