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      Tanto è piú facile declamare che raccontar fatti! Ma le declamazioni passano, ed i fatti arrivano alla posteritá.
      (9) Molti hanno predetto da queste osservazioni la rivoluzione francese. Tra questi si conta anche Rousseau. Piú particolarizzata è la predizione di Mercier, nel suo Anno 2240, opera che una volta fu attribuita a Rousseau, e di cui Rousseau arrossiva quasi di cosa non degna di lui. Sembra che Mercier fosse stato a parte del segreto rivoluzionario, come lo era l'autore della Rimostranza da leggersi nel Consiglio privato di S. M., il quale volle della prossima rivoluzione avvertirne il re, come Mercier ne avea avvertito l'Europa. Tra quelli che hanno antiveduta la rivoluzione francese prima degli altri e per le cause interne che nascevano dallo stato della Francia, è il nostro Genovesi. Egli vide dove tendevano e le opinioni degli scrittori ed il corto delle cose: la sua predizione è degna di Vico... Non saprei se il re di Prussia avesse anche egli preveduta la rivoluzione: è certo però che ne previde il corso e la smania di voler tutto riformare filosoficamente. I riformatori metafisici, che ei chiama «enciclopedisti», sono da lui molto maltrattati. Vedi il suo Dialogo tra Eugenio, Malbourough e Liechtenstein.
      (10) Quando io considero tutto ciò che i gabinetti de' re in questi tempi avrebbero potuto e non hanno saputo fare, desidero un libro che avesse per titolo: Storia degli errori di coloro che sono stati grandi senza esser grandi uomini. Con questa idea è stato scritto uno de' libri piú sensati dell'ultimo decennio del secolo: Tutti han torto; ma molto ancora rimarrebbe ad aggiugnere alla serie delle sue osservazioni.


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Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799
di Vincenzo Cuoco
pagine 270

   





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