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      Una nazione che si sviluppa da sé acquista una civiltá eguale in tutte le sue parti, e la coltura diventa un bene generale della nazione. Cosí in Atene la femminuccia parlava colla stessa eleganza di Teofrasto ed il ciabattino giudicava Demostene. Ammirando ed imitando le nazioni straniere, né si coltivano tutti gli uomini che compongono un popolo, né si coltivano bene: non tutti, perché non tutti possono vedere ed imitare gli esteri; non bene, perché l'imitatore, per eterna legge della natura, resta sempre al disotto del suo modello. La coltura straniera porta in una nazione divisioni e non uniformitá, e quindi non si acquista che a spese della forza. Quali sono oggi le nazioni preponderanti in Europa? Quelle che non solo non imitano, ma disprezzano le altre. E noi volevamo far la repubblica indipendente incominciando dal disprezzare la nostra nazione!
      N. B. - A scanso di ogni equivoco, questa nota, poco piú poco meno, vale per tutta l'Italia.
      (30) Robespierre operò sulla Francia come lo stimolo opera sull'eccitabilitá umana, nel sistema di Brown.
      (31) Questo punto oggi è provato.
      (32) Estesissima caccia che il re teneva nella provincia di Salerno: intorno alla medesima erano le popolazioni nominate nel testo.
      (33) Questo linguaggio può star bene in bocca di un conquistatore che voglia nobilitare le sue conquiste, di un retore che parli ad un'adunanza di oziosi, di un filosofo che parli agli altri filosofi; potrá esser anche il linguaggio dello storico che trasmetta alla posteritá i risultati degli avvenimenti: ma non deve esser mai il linguaggio di un uomo che parli al popolo e voglia muoverlo.


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Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799
di Vincenzo Cuoco
pagine 270

   





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