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      Noi abbiamo perduta ogni idea dell'eloquenza popolare: la nostra non è che l'eloquenza delle scuole; e questa è la ragione per cui piú non si veggono tra noi ripetuti quegli effetti che appena crediamo negli antichi. Dopo essersi or da pedanti or da eruditi or da filosofi analizzato il meccanismo del discorso, calcolata la sua forza, fissati i princípi per dirigerlo onde produca il massimo effetto, mi par che ancora resti a farsi un libro in cui si calcoli la forza dell'eloquenza non sull'individuo ma sulle nazioni, e si vegga il rapporto che lo stato della nazione può aver sull'eloquenza, e la natura di questa sullo stato di quella. Si conoscerebbe allora qual differenza vi sia tra i pomposi proclami che dall'Ottantanove inondano l'Europa, e la forza segreta ma irresistibile. Pericle tuonava, fulminava, sconvolgeva la Grecia intera, ed i figli d'Isacco e d'Ismaele si dividevano l'impero della terra e de' secoli.
      (34) Una legge, dice Macchiavelli, che guarda molto indietro, è sempre tirannica.
      (35) Nella Francia vi fu ne' primi giorni dalla rivoluzione una legge feudale, ma essa non riformò che i disordini piú orribili, i quali non vi erano piú tra noi. La feudalitá in Francia era piú gravosa che in Napoli. Noi dovevamo incominciare precisamente dal punto in cui eransi arrestate le leggi francesi. Or questa seconda riforma era stata fatta in Francia dalla guerra civile.
      (36) Rousseau, domandato dall'autore de' Studi della natura perché mai, con tanto amore per l'umanitá e tanto disgusto per gli uomini, non avea imitato Penn e non si era ritirato con pochi saggi a fondare una colonia in America, rispose: - Qual differenza!


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Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799
di Vincenzo Cuoco
pagine 270

   





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