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      La rivoluzione conta trenta in quaranta vescovi, altri venti in trenta magistrati rispettabili per il loro grado e piú per il loro merito, molti avvocati di primo ordine ed infiniti uomini di lettere. A quelli che abbiamo nominati si possono aggiugnere, tra' morti, Falconieri, Logoteta, Albanese, De Filippis, Fiorentino, Ciaia, Bagni, Neri... La professione medica pare che sia stata presa di mira dalla persecuzione controrivoluzionaria. Sará un giorno oggetto di ammirazione per la posteritá l'ardore che i nostri medici aveano sviluppato per la buona causa. I giovani medici del grande ospedale degl'Incurabili formavano il «battaglione sacro» della nostra repubblica. Io non parlo che della capitale. Eguale e forse anche piú feroce è stata la distruzione che gli emissari della Giunta, sotto nome di «visitatori», han fatta nelle provincie. Si possono calcolare a quattromila coloro che sono morti per furore degl'insorgenti, come l'infelice Serao vescovo di Potenza, uomo rispettabile per la sua dottrina e per lo suo costume; il giovine Spinelli di San Giorgio... Tutti gli altri erano egualmente i migliori della nazione. Dopo ciò, si calcoli il danno. La nazione potrá rimpiazzar gli uomini, ma non la coltura. Ed è forse esagerata l'espressione di esser essa retroceduta di due secoli?
     


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Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799
di Vincenzo Cuoco
pagine 270

   





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