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      E simil mancanza di precisa determinazione ha pur la Leggenda di Furseo (m. 650), che, rapito dagli angeli, vede nell'atmosfera i quattro gran fuochi di mendacio, di cupidigia, di discordia e di empietà che ardono il mondo: e mentre è condotto per l'aria, i diavoli combattono coi suoi custodi per toglierglielo, finchè, rimasti perdenti, si fanno innanzi al trono di Dio, ove dialogizzando e sillogizzando, tentano cogli argomenti aver quella preda che non seppero conquistar con la forza56.
      Ma queste ed altre sembrano non già lucide visioni di estatici, bensì affannosi sogni d'infermi. Si vede chiaro che la fantasia chiede la parte che le spetta in tali ascetici racconti, e li dipinge dei57 suoi colori, ma essa è fiacca già prima di porsi all'opera. Le immagini sono prive di contorno, e invece di persone e luoghi abbiamo vuote allegorie e indefinite espressioni metaforiche. Il regno di Satana e quello di Dio non sono in queste leggende ben distinti fra loro: i diavoli non soltanto scorrazzano sulla terra, ma volano per l'aria, e penetrano fin nella reggia celeste. Il mondo di là è così scomposto e sformato come il mondo storico dove tutto è confusione, arbitrio, dissoluzione: ma allorchè questo, dopo la grande anarchia feudale, comincia a ravviarsi, e gli animi, passato il gran terrore dell'anno millesimo, principiano a ricomporsi, ecco formarsi anche le maggiori leggende, ecco le sedi dell'eterna e della temporanea dimora delle anime meglio configurarsi, e stabilirsi un ordine di pene e di premj che, lievemente modificandosi, rimarrà nella coscienza, dei fedeli e nelle tradizioni dei volghi.


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I precursori di Dante
di Alessandro D'Ancona
Arnaldo Forni
1874 pagine 50

   





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