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      I demoni gettano nella bilancia il forte peso dei suoi peccati: ma s. Iacopo di Galizia e s. Dionigi gettano nell'altro piatto i santuarj ch'egli ha costruito, le abbazie ch'egli ha beneficato; e quello trabocca105, e l'imperatore è salvo dalle fiamme infernali106. Egual sorte toccherà poi per intercessione di s. Dionigi al re Filippo Augusto107: ma l'anima di Carlo Martello, secondo una visione di s. Eucherio vescovo di Orleans, riferita in una lettera di parecchi vescovi franchi a Luigi il Germanico, è torturata nel profondo inferno, per aver egli usurpato i possessi della Chiesa108. Animata dallo stesso spirito è pur la leggenda di Ugo marchese di Toscana, narrataci dal Villani e dal Malispini. Piacendosi egli assai nella caccia, giunge un giorno, dilungatosi dai suoi seguaci, a un luogo ove vede uomini neri e sformati, che con pesanti martelli tormentano anime su dure incudini, e apprende di esser serbato allo stesso martirio, se presto non ritorni a buona vita. Di che spaventato, fa vendere tutti i suoi possessi in Allemagna, e fonda sette badie nella marca di Toscana, tutte riccamente dotandole109.
      Se queste insegnano l'utile sommo che anche ai maggiori peccatori viene dal beneficare la Chiesa, altre visioni dichiarano le pene serbate a coloro che ne usurparono i beni110: e di tal fatta è quella primamente indicata da Francesco Villemain, che trovolla in una predica fatta da Ildebrando, ancor monaco, in una chiesa di Arezzo. Vi si racconta come un dieci anni innanzi, nelle parti di Germania, era morto un conte ricco, ma, al tempo stesso, dabbene: cosa che si direbbe prodigiosa in cotal razza d'uomini.


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I precursori di Dante
di Alessandro D'Ancona
Arnaldo Forni
1874 pagine 50

   





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