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      Questi gli fa parte di molti e nobili insegnamenti morali, finchč Baldovino, contrito e confesso, e passando dalle case di Disciplina, Astinenza e Silenzio, č portato dagli angeli in paradiso: e la gioia che prova, gli rompe il sonno.
      Ecco dunque il laicato e la poesia che cominciano a impadronirsi di temi, e quel che č pių, di regioni giā possedute dal solo sacerdozio. Ma il pių delle volte, il poeta non si contenta di mere considerazioni filosofiche e religiose, sė vi unisce beffarde allusioni e vi mesce satirico sale, come nel favolello di Ruteboeuf, intitolato anch'esso la Voye du Paradis120, ove troviamo assai felicemente personificati i vizj e le virtų, e descritte le loro consuetudini e residenze; e meglio ancora in altro poemetto121, pur dallo stesso titolo, che rifrusta la consueta favola del sogno e della peregrinazione nei regni di enti allegorici, ma l'avviva con amari lamenti sulla decadenza degli ordini monastici, terminando col benigno discorso che Dio stesso fa al poeta, e colla promessa di chiamarlo a suo tempo in cielo.
      Pių ardite sono le descrizioni del soggiorno degli eletti e di quello dei reprobi, nč il poeta prova sgomento o paura, anzi tratta quasi familiarmente soggetti siffatti122. La Cour du Paradis123 di anonimo trovero, descrive una festa che il Signore offre a tutti i beati nel giorno stesso in che tutti sono in terra festeggiati dagli uomini. Ma questa corte celeste nella fantasia del poeta diventa la corte plenaria di un signore feudale. Il re del cielo chiama dunque s. Simone e il suo inseparabile compagno s. Giuda, e loro commette di andare per tutte le celle e i dormitorj del paradiso, e invitare alla prossima festa.


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I precursori di Dante
di Alessandro D'Ancona
Arnaldo Forni
1874 pagine 50

   





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