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      L'identità del soggetto ha, dunque, sua ragione nelle opinioni del tempo: quella dei particolari può essere o fortuita, o derivata dalla natura stessa dell'argomento, ovvero anche dalla tradizione151. Tuttavia, che Dante il quale alla ispirazione accoppiava la dottrina, e che d'ogni cosa, si mostra studioso e conoscitore, dovesse interamente ignorare queste scritture, così simili nella materia al suo poema, non oseremmo asserire152; nè alcuno di buon senno potrebbe negare che esse non sieno quasi necessaria introduzione al poema. Anche il Creatore per trarne il mondo, ebbe bisogno del caos; e le leggende dei visionarj sono appunto la materia onde fu composto il poema.
      Se non che, prima di Dante, l'argomento era veramente res nullius: era cosa di tutti e di nessuno: ma egli, appropriandoselo, vi pose quel che i suoi antecessori non avean potuto nè saputo recarvi, e ch'ei solo possedeva. Alle puerili concezioni dei monaci, alle cupide imposture dei politici, alle invenzioni grottesche dei giullari, egli sostituisce la schietta e vigorosa creazione della poetica fantasia, portando l'unità, l'ordine, l'euritmia, il magistero dell'arte, dove era soltanto scomposta congerie di fatti paurosi, o goffa enumerazione di maraviglie. Molti, lo abbiamo veduto, si erano già provati a ridire le pene dell'inferno e le gioie del paradiso; nè ci voleva ormai molta immaginazione ad accumulare nella descrizione del primo, tormenti e spasimi, e fuoco e ghiaccio e pece e zolfo e serpi e mostri e dèmoni: e in quella dell'altro, delizie e gaudi, e luce ed effluvj e canti e suoni: ma niuno aveva pensato di prender quel tema già vecchio e cincischiato, per rappresentar con esso la vita umana in tutte le sue forme e vicende, guardandola dall'abisso del male e dal culmine della felicità: e niuno, neanche, avea considerato che la narrazione di tante miserie e di tante allegrezze, finiva collo stancare il lettore e lasciarlo più stordito che soddisfatto, e a ravvivar la materia occorreva intromettervi l'uomo: non l'uomo in generale o l'anima senza persona, ma l'uomo col suo nome, i suoi costumi, le sue vicissitudini nel mondo e nella storia.


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I precursori di Dante
di Alessandro D'Ancona
Arnaldo Forni
1874 pagine 50

   





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