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      Solo, di tratto in tratto - dall'altra parte della barricata - pur qualche pensatore, nei suoi rari momenti migliori, strappa dall'essenza della sua intimità una voce di difesa per il nostro orifiamma.
      Ecco che la parola «Germinal» gridata da Angiolillo davanti alla garrotta sommuove questo mistero impenetrabile del cuore umano, e un Rastignac, questo pantano, oggi, del suo io in putrefazione, fece di quel grido e di quella fede - che erano uno stridente contrasto con l'animo suo - un'apoteosi di idealità e di luce. «Germinal!» questa parola, egli scriveva, «non può fiorire, nel momento della morte, che dal cuore d'un poeta, e dal sogno d'un eroe. Essa racchiude in sè tutta una gentile primavera di sentimenti e di ideali, ed è degna di stare accanto a quelle frasi che nella storia del martirologio politico sono circondate di aureola. Questo annuncio di una nuova aurora nella terra e nella società; questa dichiarazione d'amore e di fede nella vita, che per lui si sprofonda nelle tenebre; questa feconda glorificazione dell'avvenire, nell'attimo stesso in cui il tempo non ha più tregua per Lui, prova e rappresenta la natura dell'uomo e la grandezza dell'Idea».
      Io non dimenticherò mai la requisitoria d'un Procuratore Generale al processo Malatesta-Borghi alle Assise di Milano.
      «La vita (affermava quel vecchio rappresentante della legge) - e quella che doveva essere la conferma dell'accusa, divenne, non so per qual segreto intimo dell'animo, una magnifica, ideale difesa dei nostri compagni: «La vita non è fatta tutta di saggezza, Giurati!


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Chi siamo e cosa vogliamo
Patria e religione
di Virgilia D'Andrea
1957 pagine 41

   





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