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      Non vi sembra risentire in quegli accenti, come la eco del pensiero, delle parole stesse d'un grande poeta nostro?
     
      È l'umana famiglia che l'arduo monte sale,
      Confortata dal santo raggio dell'Ideale.
      . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
      Su cammina, cammina! Avanti, avanti ancora!
      Più sublime è la vetta e più bella è l'aurora.
      Avanti! avanti! avanti! sfidando i nembi e il gelo,
      Fino all'estremo limite tra la terra ed il cielo,
      Vivere un'ora: un attimo solo, un palpito ardito:
      Poi tuffarsi nell'onda dell'azzurro infinito!
      Ecco la vera, intensa voluttà de la mente;
      Ecco il desio gagliardo di chi medita e sente.
     
      È lo stesso pensiero, che lanciato alle genti, in forma più classica e solenne, arde e pulsa nel cuore dell'ardente immortale vate siciliano.
     
      In alto, in alto! In plumbeiPepli chiusa Natura
      Ghigna a lui contro: ei l'intimeLeggi ne cerca e fura;
      Latrano scatenatiNembi e morbi ed affanni a dargli assalto;
      Ei pugnando procede; ad una fulgidaCima s'appunta, erto s'attesta ai fati;
      Cade, risorge, e impavidoAvanza, avanza, e muor gridando: in alto!
     
     
      III
     
      Che cosa, dunque, noi vogliamo? «La libertà e la Giustizia». Potremo dire che vogliamo quello che tutti gli uomini sentono nei loro momenti di bontà e di elevazione.
      Andate al cinema, andate al teatro: leggete un romanzo o un poema. E allorquando dall'intreccio delle multiple passioni, scaturisce il momento angoscioso in cui un debole sta per essere immolato alle perversità di un prepotente, chi è di voi che non freme, chi è di voi che non soffre, e che spesso non si commuove fino al sollievo del pianto?


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Chi siamo e cosa vogliamo
Patria e religione
di Virgilia D'Andrea
1957 pagine 41

   





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