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      L'avvenire appartiene agli entusiasti, che confondono, di deliberato proposito, il non ancora col di già, trattando l'avvenire come se fosse presente: appartiene agli spiriti sintetici, che in un amplesso immenso abbracciano ideale e reale; appartiene agli uomini di volontà, che sanno malmenare la realtà, romperne la rigidezza dei contorni, suscitarne quell'ignoto, che uno spirito freddo ed esitante potrebbe, con eguale verosomiglianza, chiamare il possibile o l'impossibile».
      - Ci domandano ancora: In che modo ricostruirete la società che voi sognate?
      - Io non credo che le forme positive di ricostruzione sociale possano prestabilirsi, fin da ora, in modo formale. Noi, pur gelosi della coerenza anarchica, non abbiamo un dogma programmatico. Anarchia, nelle realizzazioni future, significa libertà di cercare sempre le vie migliori; Anarchia, in questo senso ricostruttivo, è anti-programma perchè il programma rappresenta sempre il passato ostile e anacronistico.
      Scomparso il diritto della forza, scomparso il governo, con tutte le nocive istituzioni che esso protegge; stabilito che alla base della futura società vi sia libero accordo; associazione libera di forze; libertà di scissione dall'associazione; autonomia in tutti i rapporti collettivi; materia prima e strumenti di lavoro a disposizione di tutti (senza questo diritto la libertà non sarebbe che una menzogna): stabilito tutto questo, dipenderà dalla civiltà, e dalle nuove necessità degli uomini del domani, di cercare e attuare in piena libertà, volta per volta, e luogo per luogo, le varie forme concomitanti e collaterali di convivenza sociale.


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Chi siamo e cosa vogliamo
Patria e religione
di Virgilia D'Andrea
1957 pagine 41

   





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