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      Quando la patria era Genova o Venezia, Firenze o Pisa, Bologna o Modena, pensare ad una patria italiana era una utopia e veniva considerato delitto.
      La concezione di una «patria italiana» nel senso di unitą politica sorse pił tardi, nel periodo d'oro della rinascenza umanista.
      Le menti videro allora al di lą delle mura cittadine, contemporaneamente... videro... e la «patria pił vasta» e la pił grande «patria umana!».
      Ma prima di allora, se in Venezia in guerra con Genova, un nobile spirito solitario avesse maledetto il «conflitto fratricida» in nome della solidarietą italiana, quel precursore sarebbe stato considerato «nemico della patria» e sospettato di tradimento... ed il Tribunale segreto lo avrebbe fatto sparire nelle acque silenziose e segrete della laguna - allo stesso modo che veniva, durante l'ultima guerra, considerato «nemico interno» e sospettato di connivenza con lo straniero, chiunque per «sentimento di solidarietą», si elevasse disgustato al disopra della mischia, sospirando la pace d'una futura fraternitą internazionale».
      Pił tardi, per l'ampliarsi della solidarietą oltre le mura civiche, si resero impossibili le guerre tra cittą vicine, e il sentimento «patrio» ad un certo momento divenne «regionale».
      Ma dopo il 1800 non era pił concepibile neppure una guerra tra regioni.
      L'ardente letteratura di nostri grandi poeti, come Alfieri e Foscolo, rivoluzionaria in senso italiano, era l'espressione d'un progresso compiuto sulla grande via, che tendeva alla pił alta solidarietą fra gli uomini di tutta la terra.


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Chi siamo e cosa vogliamo
Patria e religione
di Virgilia D'Andrea
1957 pagine 41

   





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