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      (Dolce recesso ove custode posaIl silenzio ed il sonno) il fianco stende
      L'accigliata PAPAVERA su molleSerico letto, e in suo stupor tentenna
      Il capo dormiglioso. A schiera a schieraLe vane intorno a lei forme de' Sogni
      E de la Fantasia lievi sorvolano;
      [65] E vaghe ninfe e bei garzoni in tantoPer magic'opra al verde suol confitti,
      Ed occupati da rigor di sassoLe membra dome, con immoto ciglio,
      E qual chi priega, guatano la Fata. -
      Ella già snuda la rugosa manoE tre fïate volve alto la nera
      D'ebano verga. Nuova vita scaldaQue' simulacri, e flessuose e molli
      Muovonsi tosto le marmoree fibre,
      Orme stampano i piè, sospir profondiEsalano le fauci, alzasi il petto,
      Dolce palpita il cor, soavi accentiSuonano ancora su le accese labbia
      De le tenere vergini, ed ardenteRossor ne pinge le vezzose gote.
      Al suon celeste d'invisibil'arpeSposano il canto eteree voci, e lievi
      Odonsi Amor co' susurranti vanniFendere l'aure. La gran Lammia scuote
      Ancor la verga; e subito serpendoNuovi brividi scorrono le membra
      Irrigidenti; agghiacciansi le fontiDe la vita ministre; accanto a' freddi
      Vaghi impietran le ninfe; e ferreo sonnoLe immote copre lor vitree pupille.
      Di Cillenio così l'orrida verga[66] L'alme traea da le latèbre oscure,
      Prigion de' morti; o de la Notte al tristoLito adduceva, o del rio Dite al regno,
      Le pigre larve in taciturne schiere.
      E ne' regni del gusto, e ne gl'immensiDe l'agil fantasia magici campi,
      Co' pennelli ondeggianti arbitra al pariCrewe impon legge: con possente voce
      Le Forme evòca, che a la terra in seno


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Gli amori delle piante
di Erasmus Darwin
Pirotta e Maspero Milano
1805 pagine 266

   





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