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      L. Parrebbe adunque non essere necessario che una similitudine abbia a corrispondere con tutta l'accuratezza al soggetto.
      P. No certo; ella diverrebbe allora una analogia filosofica; sarebbe raziocinio, e non poesia; fa d'uopo adunque che una similitudine rassomigli il soggetto soltanto in quella guisa, che la poesia deve rassomigliar la natura: bisogna che ella abbia sublimità bellezza e novità bastante per interessare il lettore e che sia espressa in un linguaggio talmente pittoresco da presentare la scena innanzi all'occhio; e finalmente deve portare la verisimilitudine a un grado tale, che il lettore non abbia ad essere riscosso dall'urto dell'improbabilità o dell'incongruenza.
      L. L'illusione, in cui trovasi il lettore, non può ella essere tolta o disturbata da immagini disaggradevoli che vengano presentate alla immaginazione di lui, egual[80]mente che da immagini improbabili ed incongruenti?
      P. Certamente: il lettore farà quegli stessi sforzi per togliersi da un'estasi disaggradevole, che farebbe per sottrarsi dall'incubo. E da ciò si può determinare la linea di confine fra il Tragico e l'Orrido; la qual linea non pertanto vergerà un poco da questa o da quella banda, secondo la prevalenza de' costumi dell'età o del paese, e della associazione particolare d'idee, o dell'idiosincrasia di mente ne' diversi individui. Per esempio, se un'artista rappresentasse la morte d'un officiale in battaglia, mostrando una goccia di sangue sovra la sua camiscia intorno al petto, come s'ivi fosse penetrata una palla, l'aspetto del moribondo moverebbe a compassione; e se nel medesimo tempo fosse nell'atteggiamento di lui espressa la fortezza dell'animo, al sentimento della compassione si aggiugnerebbe anche quello della meraviglia.


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Gli amori delle piante
di Erasmus Darwin
Pirotta e Maspero Milano
1805 pagine 266

   





Parrebbe Certamente Tragico Orrido