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      ... Da le azzurre veneSgorga vermiglio un rivo, e in lunghe strisce
      Le tinge i veli, e il niveo sen deturpa. -
      Ahimè! gridò la sventurata, e, graveCadendo al suol, baciò i bambini, ah meno
      De la ferita che di lor pensosa!
      Oh cor, fonte di vita, anco per pocoDi palpitar non cessa! attendi, o spirto
      Che m'abbandoni, oh del mio caro attendiSolo il ritorno! - Rauco ulula il lupo,
      Stride da lunge l'avvoltojo; fuggeDa' cruenti di Marte atri sentieri
      L'Angel de la Pietade! - Oh perdonate,
      [133] Perdonate, o crudeli, a' teneri anniDi codesti innocenti; il furor vostro
      Sovra me, sovra me tutto versate."
      Sì disse, e quindi con languide bracciaPorse carezze a' piagnolenti pegni,
      Diè loro un bacio, e, singhiozzando, sottoL'insanguinata veste ambo nascose. -
      Di tenda in tenda impazïente volaIl buon guerriero, col furor ne gli occhi
      E la tema nel cor; lunghesso il campoChiama il nome d'Eliza; Eliza eccheggia
      Per ogni padiglione. Egli a traversoLa mormorante tenebrìa sospigne
      Rapido il piede; a' gemebundi acerviScorre frammezzo, e boccheggianti e spente
      Salme calpesta; a la campagna intornoFurïando cammina, entra, s'aggira
      Per la selva intricata;.... ed ecco Eliza
      Nel suo sangue convolta e ne la morte! -
      Non pria l'intento suo bambino ascoltaIl disïato scalpiccìo, che innanzi
      A lui saltella con aperte bracciaE con pupille sfavillanti. - "Ah! piano,
      Parla piano, egli dice, e nel dir porgeLa pargoletta man; là dorme Eliza
      Sovra la fredda rugiadosa sabbia."
      (Vedeasi in tanto, ahi misera! sul suolo[134] La bamboletta con sanguigne dita


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Gli amori delle piante
di Erasmus Darwin
Pirotta e Maspero Milano
1805 pagine 266

   





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