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      D'orrido incendio, non fumanti il crine,
      E co' sandali intatti.... Che! NovelloIn pellegrine angeliche sembianze
      Scende garzone, e, piů de la medesmaLuce splendente, lor s'appressa! Innocue
      A' loro passi arretransi le fiamme!
      E lenti ne l'ignivoma bufčra[169] S'aggiran'essi! - "Ei disse; le pentite
      Braccia al cielo protese, e, genuflesso,
      Al suol piegň la coronata fronte.
      Lŕ, due ninfe germane, le vezzoseAVENE, guidan le lanute torme
      Per li campi del Tida; a le sue spondeRose da l'acque lievemente il piede
      Movono intorno, e con argentea linguaNe destan l'Eco, o ver, come soave
      Inspira Amor, da la forata cannaTraggon co' labbri e coll'esperte dita
      Note conformi a' casti lor desiri.
      1
      Dolce Eco! la vocal tua conca dormeOv'alto sopra la vallča profonda
      Pende quest'arco informe;
      Mentre del Tida l'onda,
      Riverberando il sole, i tuoi selvaggiGreppi marezza con danzanti raggi?
      2
      Deh! penetrar non possano qui maiAspri clamori, o strepito di corno,
      O di veltro alti guai;
      Nč cruda belva intornoErri a mezza la notte, úluli cupi
      Insegnando a le tue querule rupi.
      [170] 3
      Tu propagar per queste valli queteDči l'inculta canzon, che il pastorello
      Sulla sera ripete;
      Mentre il tenero augelloCaro a la Notte lŕ da l'alte fronde
      Orecchio porge, e a' metri suoi risponde.
      4
      E se, com'io, vergin d'amor feritaMai venisse a cantar gli affanni suoi
      A l'ombra tua romita;
      Voi, balze amiche, voiLusingatele il sen con mutua, in dono,
      Simpatía tenerissima di suono!
      Il covante Alcďone in tanto pigolaDa' ricurvi salceti; i Cigni avanzasi
      Fendendo il vitreo mar: per l'aere attonite


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Gli amori delle piante
di Erasmus Darwin
Pirotta e Maspero Milano
1805 pagine 266

   





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