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      L'invaghito LICHENE). Ah stendi omaiLe sì belle tue membra, alma donzella!
      Sorgi; schiudi le tenere palpèbreA lo spuntante raggio, e co' bei labbri
      Di rubino saluta il dì, che riede.
      Già il bianco monte in torrenti giù versaLo squagliantesi incarco; già la gleba
      Verde germoglia, il fior purpureo sboccia,
      E il francolin tripudïando trattaLa torpid'ala, e, sovra il venticello
      Salito, scherza lascivetto in alto. -
      [187] Sorgi! vieni a mirar come frondeggiaLa riscossa foresta, e i nostri amori
      Sotto l'ombra celiam d'amiche rose."
      Mentre di sovra a' queti laghi tremolaDe l'alta Notte l'usurpato raggio,
      La gentil EGA impazïente volgeGli occhi al lucido spazio, e tutte esplora
      L'onde fuggenti; ahi lassa, invan! chè tutteSenza carco via via rotansi al lido. -
      Ma fosca in mezzo a la lontana spumaAlfin ravvisa una sorgente macchia......
      È desso! è desso!
      grida tosto, e in tantoCh'ei d'ambo i lati con robuste braccia
      Percote i flutti e li respinge, e fendeCol petto in alto l'agitato lago,
      La Ninfa piega il bel ginocchio, e premeL'umide arene, e leva i fulgid'occhi,
      E protende le palme. - "È desso, è desso!
      Mia vita, mio signor, dolce amor mio!
      Dormite, o venti! Onde, restate! IntornoA la sua fronte svolazzar vi piaccia
      Fidi Alcïoni! E voi fategli, o Cigni,
      Colle spiegate galleggianti piume,
      A le braccia sostegno!" - E ciò dicendo,
      Con sollecito passo ardita affrontaI gorgoglianti fiotti, e per l'ondoso
      [188] Piano riscontra il rifluente amico.
      Sciolta a lei nuota la cerulea vesteSu per l'acque, e la limpida corrente


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Gli amori delle piante
di Erasmus Darwin
Pirotta e Maspero Milano
1805 pagine 266

   





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