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      B. Wilson, e dal Beccari. La luce della sera, alla stessa distanza dal mezzodì, è maggiore, come io ho ripetutamente osservato, della luce dell'alba; lo che è dovuto, per quel ch'io suppongo, alla qualità fosforescente di quasi tutti i corpi, in un grado maggiore o minore, per cui assorbono luce durante lo splendor del sole, e continuano ad emanarla ancora per alcun tempo dopo, quantunque non in quantità tale da produrre apparenti scintille. - Il nettario di questa pianta cresce da ciò, che si suppone essere il calice; ma questo supposto calice è colorito; e forse per via di questa circostanza di portare il nettario, dovrebbe piuttosto essere stimato una parte della corolla.
      Il Sig. Haggren, lettore di storia naturale, osservò, in Isvezia, sovra certi fiori un fenomeno curioso. Una sera egli s'accorse, che una calendula offic. dardeggiava ripetutamente de' lampi di luce: sorpreso d'un fenomeno così poco comune, egli risolse di esaminarlo con attenzione; e per assicurarsi che ciò non fosse un inganno dell'occhio, collocò una persona vicino a lui, con ordine di fare un segno al momento, ch'egli osservasse la luce. Entrambi la videro costantemente nel medesimo istante. La luce era assai brillante nelle calendule d'un color ranciato o flammeo; ma poco visibile nelle pallide. Spesso vedevasi il lampo sul medesimo fiore due o tre volte successivamente e con gran rapidità, ma più comunemente ad intervalli di parecchi minuti; ed allorchè molti fiori nel medesimo luogo vibravano insieme la loro luce, ciò potevasi vedere a considerevol distanza.


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Gli amori delle piante
di Erasmus Darwin
Pirotta e Maspero Milano
1805 pagine 266

   





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