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      I quali ultimi esempi delle azioni di questi animali sono così appositi alla varia situazione loro anzi che alla loro natura, e sono così somiglianti alle azioni stesse degli uomini posti nelle stesse circostanze, che noi non possiamo a meno di non essere persuasi ch'elleno procedono dallo stesso principio.
      Nella costa settentrionale d'Irlanda un mio amico vide una volta un centinaio di corvi che stavano predando dei nicchi (specie d'ostrica): ognuno di essi afferrava un nicchio col becco, si alzava nell'aria trenta o quaranta braccia, e quindi lo lasciava cadere da quella altezza sopra qualche pietra: per cui, rotto il guscio, si mangiava l'ostrica.
      Mi sovviene di aver letto di un certo filosofo (non so se fosse Anassagora) il quale passeggiava lungo il lido del mare raccogliendo conchiglie; nel mentre un malaugurato corvo, che forse prese per una pietra la testa calva del filosofo, lasciò cadergli sopra un'ostrica, e così uccise ad un tratto un'ostrica e un filosofo.
      Que' nostri animali domestici, che godono di qualche libertà, posseggono anche qualche particolare nozione tradizionale; i cani e i gatti si costringono a vivere assieme in società, benchè animali per natura differentissimi; ed hanno quindi imparato gli uni dagli altri a mangiare la sanguinaria, quando si sentono male, ad effetto di promovere il vomito. Ho veduto un gatto ingannarsi e prendere per quest'erba gli stipiti dell'orzo; prova che il mangiare che fanno la sanguinaria è una cognizione acquisita. Così pure hanno imparato gli uni dagli altri a coprire la loro orina e gli escrementi.


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Dell'istinto
di Erasmus Darwin
Edoardo Perino Roma
1885 pagine 91

   





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