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      Posi le ginocchia a terra per meglio osservare, o vidi ch'ella separò la coda e la testa da quella parte del corpo a cui sono annesse le ale. Pres'ella quindi nelle zampe questa porzione di mosca, e s'alzò con essa dal terreno circa due piedi; ma un venticello leggero scuotendo le ale della mosca fece capovolgere l'animale nell'aria, ed egli scese ancora colla sua preda a terra. Osservai allora distintamente che colla bocca le tagliò primieramente un'ala, poi l'altra, e quindi fuggì via non più molestata dal vento.
      Apprendi or tu, infingardo, arti e industria dall'ape e dalla formica! - E tu, sì fiero del tuo ragionare, apprendi a conoscere un tuo fratello, il verme!
      XVII. Conclusione.
     
      Abbiamo fatto notare da principio quanto debba contribuire alla maggiore perfezione delle facoltà intellettuali dell'uomo la superiorità che ha nel senso del tatto; ma quello, per cui l'uomo è singolarmente distinto, e che gli dà l'impero del mondo, si è la maggior energia ed attività del poter di volizione.
      V'ha un criterio, per cui possiamo distinguere le nostre azioni o pensieri volontari da quelli prodotti da sensazione: «I primi sono sempre impiegati a produrre i mezzi di acquistare gli oggetti piacevoli, e di evitare i dolorosi; i secondi sono impiegati a mantenerci il possesso di quelli che sono di già in nostro potere.»
      Esaminando la struttura degli animali a noi più prossimi vediamo esser eglino sostenuti da ossa, coperti di pelle, mossi da muscoli, che posseggono gli stessi sensi danno prova degli stessi appetiti, e si nutrono degli stessi alimenti, appunto come noi; e non possiamo quindi a meno di non conchiuderne, dietro la più forte analogia, che le loro facoltà interne sono elleno pure in qualche grado simili alle nostre.


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Dell'istinto
di Erasmus Darwin
Edoardo Perino Roma
1885 pagine 91