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      Non ho potuto congetturare a quali specie di animali appartenessero. Il Capitano Colnett osserva, che questo aspetto è comunissimo fra le Isole Galapagos, e che la direzione delle strisce indica quella delle correnti, tuttavia, nel caso sopra menzionato la striscia era cagionata dal vento. L’unico altro caso di questa sorta che io abbia da menzionare, è uno straticello oleoso sull’acqua che spiega colori iridescenti. Sulla costa del Brasile, vidi un tratto notevole dell’oceano coperto in tal modo; i marinai l’attribuirono al carcame putrefatto di qualche balena, che probabilmente galleggiava non molto lontano da quel punto. Non farò qui menzione di quelle minute particelle gelatinose, di cui parlerò in seguito, che sono frequentemente sparse sopra tutta l’acqua, perchè non sono abbastanza abbondanti per produrre qualche mutamento di colore.
      Vi sono due circostanze nei ragguagli suddetti che sembrano notevoli; prima, come fanno i vari corpi che formano zone con margini definiti a stare uniti assieme? Nel caso dei granchiolini, i loro movimenti erano tanto concordi quanto quelli di un reggimento di soldati, ma ciò non poteva compiersi negli ovuli nè nelle conferve per via di un qualche cosa di consimile ad un’azione della volontà, nè ciò è neppure probabile negli infusorii. In secondo luogo, quali cause si possono assegnare alla lunghezza ed alla strettezza di quelle strisce? L’aspetto è tanto somigliante a ciò che si può vedere in un corso d’acqua, dove la corrente raduna in lunghe strisce la spuma raccolta nei vortici, che io inclino ad attribuire quell’effetto ad un’azione simile per parte delle correnti del mare o di quelle dell’aria.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





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