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      Queste case sovente son grandi e fabbricate di pali spessi, dritti, con intreccio di ramoscelli e quindi intonacate. Di rado hanno un pavimento, e mancano sempre di finestre a vetri, ma per lo più hanno un tetto ben fatto. Generalmente la facciata è aperta, e forma una sorta di veranda, nella quale sono allogate tavole e panche. Le stanze da letto stanno ai due lati, e là il viaggiatore può dormire comodamente quanto gli è possibile, sopra una piattaforma di legno, coperta di un sottile materasso di paglia. La venda è posta in un cortile, ove mangiano i cavalli. Appena arrivati solevamo tirar via la sella ai nostri cavalli e dar loro grano indiano; poi, dopo un leggero inchino, domandare al senore di favorirci qualche cosa da mangiare. – Tutto ciò che volete, signori, – era la risposta consueta. Per le prime volte io ringraziava a torto la Provvidenza di averci condotti da un uomo tanto buono. Mentre la conversazione continuava, il caso diveniva costantemente deplorevole. – Potreste favorirci un po’ di pesce? – Oh! no, signore. – Un po’ di minestra? – Oh! no, signore. – Un po’ di pane? – Oh! no, signore. – Un po’ di carne secca? – Oh! no, signore. Quando eravamo fortunati, dopo aver aspettato un paio d’ore, si otteneva qualche pollo, un po’ di riso e farina. Non di rado accadeva che eravamo obbligati ad uccidere a sassate il pollame per la nostra cena. Allorchè, sfiniti al tutto dalla stanchezza e dalla fame, osavamo timidamente esporre il nostro desiderio di aver presto cena, l’altera e (sebbene vera) poco soddisfacente risposta era: – Sarà pronto quando sarà pronto.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





Provvidenza Potreste Sarà