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      Io ho pure frequentemente osservato nella laguna, presso il Giardino Botanico, ove l’acqua è poco meno salsa di quella del mare, una specie d’idrofilo, somigliantissimo ad un coleottero acquatico comune negli stagni d’Inghilterra; nello stesso lago l’unica conchiglia apparteneva ad un genere che si trova generalmente negli estuari.
      Lasciando la costa per un certo tempo, entrammo nuovamente nella foresta. Gli alberi erano altissimi, e, comparati a quelli d’Europa, si facevano notare per la bianchezza dei loro tronchi. Vedo dal mio libro di note, che le piante parassite meravigliosamente belle e cariche di fiori mi colpivano come gli oggetti più nuovi per me in quei maestosi paesaggi. Continuando ad avanzarci, attraversammo alcuni pascoli, molto danneggiati dagli enormi nidi conici delle formiche, che son alti quasi tre metri e mezzo. Davano alla pianura l’aspetto preciso dei vulcani di fango di Jorullo, come sono disegnati da Humboldt. Giungemmo ad Engenhodo a sera, dopo essere stati dieci ore a cavallo. Durante tutto il viaggio, non mi stancai di ammirare la somma di fatica che i cavalli potevano sopportare; pareva anche che guarissero più presto di qualche malattia, di quelli delle nostre razze inglesi. Il pipistrello Vampiro cagiona spesso molto male ai cavalli, mordendoli al garrese. Il danno non è tanto grave per la perdita del sangue, quanto per l’infiammazione che produce poi la pressione della sella. Era stato messo in dubbio ultimamente questo fatto in Inghilterra; fui quindi ben lieto di trovarmi presente quando uno di essi (Desmodus d’Orbigny, Wat.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





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