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      In tutto il nostro viaggio non incontrammo mai un ponte di pietra; e quelli fatti di legno erano sovente tanto rovinati che non vi era da arrischiarcisi sopra. Tutte le distanze sono ignote. La strada invece di pietre migliari, è segnata di croci, per dimostrare che fu sparso sangue umano. La sera del 23 arrivammo a Rio, avendo terminata la nostra breve ma piacevole escursione.
      Durante tutto il tempo che rimasi ancora a Rio, dimorai in una casetta nella Baia di Botofago. Non si poteva desiderare nulla di più delizioso per passare alcune settimane in quella stupenda regione. In Inghilterra il dilettante di storia naturale ha nelle sue passeggiate un grande vantaggio, perchè ha sempre qualche cosa che attira la sua attenzione; ma in questi fertili climi brulicanti di vita le attrattive sono tante, che non si può quasi passeggiare affatto.
      Le poche osservazioni che mi fu dato fare si limitarono quasi tutte agli animali invertebrati. L’esistenza di un genere di Planaria, che abita la terra asciutta, mi interessò moltissimo. Questi animali hanno una struttura così semplice, che Cuvier li ha collocati coi vermi intestinali, sebbene non siano mai stati trovati nel corpo di altri animali. Numerose specie abitano tanto nell’acqua dolce che nella salata; ma quelle di cui parlo furono trovate anche nelle parti più asciutte della foresta, sotto i tronchi di alberi tarlati, i quali, credo, servon loro di nutrimento. Nella forma generale somigliano a piccole lumache, ma sono molto più strette in proporzione, e parecchie specie hanno strisce longitudinali di bellissimi colori.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





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