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      Lo stesso fenomeno qui presentava una lieve variazione. In questo caso si vedeva agevolmente la nuvola salire turbinando, e passare velocemente sulla cima, mentre non era nè diminuita nè accresciuta di mole. Il sole tramontava, ed una leggiera brezza dal mezzogiorno, venendo ad urtare contro il lato meridionale della roccia, si mescolava colla corrente superiore più fresca, così il vapore si condensava; ma mentre i leggieri fiocchi di nuvole passavano sulla cima, e venivano dentro l’azione della atmosfera più calda del banco del pendio settentrionale, tornavano immediatamente a sciogliersi.
      Durante i mesi di maggio e giugno, cioè al cominciar dell’inverno, il clima era deliziosissimo. La temperatura media, secondo le osservazioni fatte alle nove del mattino e della sera, era di soli 22° circa. Pioveva spesso dirottamente, ma i venti asciutti meridionali rendevano in breve gradevolissime le passeggiate. Un mattino, nel corso di sei ore caddero tre centimetri di pioggia. Mentre questo temporale passava sulle foreste che circondano il Corcovado, il suono prodotto dalle gocce che cadevano sulle innumerevoli foglie era notevolissimo; si sarebbe potuto sentire dalla distanza di un quarto di miglio, ed era simile a quello di una grossa caduta d’acqua. Dopo i giorni più caldi, era una delizia sedere tranquillamente nel giardino e veder la sera mutarsi in notte. La natura, in questi climi, sceglie i suoi cantori fra artisti più umili che in Europa. Una piccola rana, del genere Hyla, si alloga sopra un ciuffetto d’erba che sporge appena due centimetri fuori dell’acqua, e manda suoni gradevoli; quando parecchie sono insieme cantano armonicamente su vari toni.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





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