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      Quando l’insetto era decapitato i segmenti rimanevano luminosi senza interruzione, ma non tanto brillanti come prima; l’irritazione locale con una spilla aumentava sempre lo splendore della luce. In un caso gli anelli conservarono la loro proprietà luminosa per lo spazio di quasi ventiquattro ore dopo la morte dell’insetto. Da questi fatti parrebbe probabile che l’animale ha solo la facoltà di celare o spegnere a brevi intervalli la luce, e che in altri casi la luminosità è involontaria. Sui sentieri umidi e sassosi trovai un gran numero di larve di questa lampiride; nella forma generale rassomigliavano alla femmina della specie inglese. Queste larve non avevano grandi facoltà luminose; molto differenti dai loro genitori in ciò che, toccate appena, fingevano d’esser morte e cessavano di mandar luce; e neppure l’irritazione aumentava la loro luminosità. Ne tenni alcune vive per un certo tempo; la coda era in esse un organo ben singolare, perchè operava, mercè un congegno bene immaginato, come ventosa od organo di adesione, e parimenti come serbatoio della scialiva, o di qualche altro fluido. Diedi loro a più riprese carne cruda da mangiare, ed osservai sempre che di tratto in tratto l’estremità della coda veniva ad applicarsi contro la bocca, ed una goccia del liquido cadeva sulla carne, che allora poteva venire consumata. Malgrado ciò, non sembrava che la coda potesse trovare a bella prima la bocca; almeno toccava prima il collo, e questo sembrava servir di guida.
      Quando fummo a Bahia, un coleottero, l’elaterio (Pyrophorus luminosus, Illig.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





Bahia Pyrophorus Illig