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      Un’altra volta uscii di buon’ora a piedi per andare al monte Gavia. L’aria era piacevolmente fresca e fragrante, e le goccie di rugiada brillavano ancora sulle foglie delle grandi piante liliacee che ombreggiavano i ruscelletti di acqua limpidissima. Sedutomi sopra un masso di granito, era piacevolissimo osservare i vari insetti e gli uccelli mentre svolazzavano. L’uccello mosca sembra compiacersi particolarmente in quei luoghi remoti ed ombrosi. Quando io vedeva quelle creaturine ronzare intorno ad un fiore, mi veniva alla mente la nostra farfalla sfinge; i loro movimenti ed i costumi sono per molti rispetti quasi simili.
      Seguendo un sentiero entrai in una maestosa foresta, ed all’altezza di 150 a 200 metri si presentava una di quelle magnifiche vedute, tanto comuni ai due lati di Rio. A quest’altezza il paesaggio possiede la sua più bella tinta; ed ogni forma, ogni sfumatura supera tanto in magnificenza tutto quello che un europeo ha mai veduto nel suo paese, che non sa in qual modo esprimere i propri sentimenti. L’effetto generale mi rammentò spesso gli scenari più brillanti del teatro dell’Opera o di altri grandi teatri. Io non tornava mai da quelle escursioni colle mani vuote. Quel giorno trovai un esemplare di un fungo curioso, chiamato Hymenophallus. Molti conoscono il Phallus d’Inghilterra, che infetta in autunno l’aria del suo sgradevole odore; questo, tuttavia, come sanno bene gli entomologi, è una fragranza deliziosa per alcuni nostri coleotteri. Qui il caso era lo stesso, perchè uno Strongylus, attirato dall’odore, si posò sul fungo che io aveva in mano.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





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