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      Corre (invece di saltellare), ma non con tanta agevolezza come alcuni suoi congeneri. Alle volte il Carrancha è rumoroso, ma non generalmente: il suo grido è sonoro, molto aspro e particolare, e può essere paragonato al suono della g gutturale spagnuola, seguito da un’aspra doppia rr; quando manda questo grido solleva il capo sempre più in alto, finchè alla fine, col becco spalancato, la cresta tocca quasi la parte inferiore del dorso. Questo fatto, che è stato messo in dubbio, è verissimo: li ho veduti parecchie volte col capo all’indietro in una posizione al tutto rovesciata. A queste osservazioni aggiungerò, appoggiandomi all’alta autorità di Azara, che il Carrancha si nutre di vermi, di conchiglie, di lumache, di locuste e di rane; che uccide i giovani agnellini strappando loro il cordone umbellicale, e che insegue il Gallinazo, finchè quest’uccello è obbligato a rigettare il carcame che ha ingoiato di fresco. Infine Azara asserisce che parecchi Carranchas, cinque o sei insieme, si uniscono per dar caccia ad uccelli grossi, anche come aironi. Tutti questi fatti dimostrano che è un uccello di costumi molto versatili e di notevole acume.
      Il Polyborus Chimango è molto più piccolo della precedente specie. È veramente onnivoro, e mangia anche pane; e mi fu assicurato che danneggia materialmente le piantagioni di patate a Chiloe, tirando su le radici quando sono piantate di fresco. Di tutti i mangiatori di carogne è in generale l’ultimo ad abbandonare lo scheletro di un animale morto; e si può vedere sovente, fra le costole di una vacca o di un cavallo, come un uccello in gabbia.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





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