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      Esse resistettero a vari assalti. Un uomo che si era trovato presente in uno di quei casi, mi fece una descrizione molto chiara di quel fatto. Gli abitanti ebbero il tempo sufficente per raccogliere tutto il bestiame ed i cavalli, e farli entrare nel corral22 che circondava la casa; poterono anche caricare alcuni cannoncini. Gli Indiani, Araucani del Chilì meridionale, erano in parecchie centinaia e benissimo disciplinati. Apparvero dapprima in due corpi sopra una collina non molto distante, là misero piede a terra, si tolsero i mantelli di pelliccia, e vennero avanti nudi all’assalto. La sola arma di un indiano è un lunghissimo bambù, adorno di penne di struzzo, e con una punta di spada ben aguzza in cima. Il mio narratore pareva rabbrividire con orrore alla ricordanza sola dello scricchiolio di quegli arnesi mentre si andavano avvicinando. Quando furono vicini il cacico Pincheira intimò agli abitanti di deporre le armi, soggiungendo che altrimenti li avrebbe massacrati tutti. Siccome questo sarebbe stato probabilmente l’esito della loro aggressione in qualunque circostanza, la risposta fu una scarica di moschetteria. Gli Indiani, con grande perseveranza, vennero fino allo steccato del recinto; ma con loro sorpresa trovarono che i travi erano tenuti da chiodi e non da legami di cuoio, e naturalmente tentarono invano di tagliarli col loro coltello. Questo salvò la vita ai cristiani; molti indiani feriti vennero trasportati via dai loro compagni; ed alla fine uno dei cacichi minori essendo stato ferito, il corno suonò la ritirata.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





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