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      Verso il mezzodì i cani uccisero un capretto che venne arrostito. Ne mangiai un poco, ma mi svegliò una sete insoffribile. E questa era ancor più penosa, dacchè la strada, per le recenti pioggie, era piena di piccole pozzanghere di acqua chiara, ma imbevibile. Erano appena venti ore che io era senz’acqua, e una parte solo di quel tempo sotto un sole ardente, tuttavia la sete mi aveva molto infiacchito. Non posso comprendere come si possa vivere due o tre giorni in tali circostanze; nello stesso tempo debbo dire che la mia guida non soffriva affatto, ed era maravigliata che un giorno solo di quella privazione avesse potuto darmi tanto fastidio.
      Ho detto varie volte che il terreno era alla superfice incrostato di sale. Questo fenomeno è al tutto differente da quello delle saline, e più straordinario. In molte parti dell’America meridionale, ove il clima è moderatamente asciutto, s’incontrano queste incrostazioni, ma non le ho mai vedute in nessun luogo così abbondanti come presso a Bahia Blanca. Qui ed in altre parti della Patagonia, il sale è composto principalmente di solfato di soda misto a sale comune. Finchè il terreno rimane umido in queste salnitraie (come le chiamano impropriamente gli Spagnuoli, scambiando quella sostanza col salnitro), non si vede nulla tranne una vasta pianura di un terreno nero, melmoso, che nutrono pochi ciuffi di piante succose. Ripassando per quei luoghi, dopo una settimana di tempo asciutto, si riman sorpresi vedendo miglia quadrate di pianura bianca, come dopo una lieve nevicata qua e là ammucchiata dal vento in piccoli rialzi.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





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