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      La distanza dalla posta era di circa sei leghe, sopra una livellata pianura della stessa natura di prima. La gita fu tuttavia interessante perchè il monte cominciava a mostrare la sua vera forma. Quando giungemmo al piede del rilievo principale, ebbimo molta difficoltà a trovare un po’ d’acqua, e credevamo di dover passare la notte senza trovarne affatto. Alla fine ne scoprimmo un poco guardando da vicino il monte, perchè alla distanza anche di pochi metri, i rivoletti erano sotterrati e al tutto perduti in mezzo alla pietra friabile calcare, ed ai minuti detriti. Non credo che la natura abbia mai prodotto un ammasso di roccie più desolato e più solitario – merita invero il nome di Hurtado, vale a dire separato. Il monte è ripido, sommamente scosceso e rotto, quindi sprovvisto di alberi, ed anche di arboscelli, per cui non potemmo trovare neppure uno stecco per mettere la nostra carne sulla fiamma di steli di cardoni39. Lo strano aspetto di questo monte è contrastato dalla pianura somigliante al mare, che non solo giunge fino ai suoi fianchi scoscesi, ma parimenti ne separa le file parallele. L’uniformità del colore dà al paesaggio un aspetto sommamente tranquillo, mentre il bigio bianchiccio della roccia quarzosa ed il bruno chiaro dell’erba appassita della pianura non sono rotte da nessuna tinta più vivace. Consentaneamente in vicinanza di un alto e maestoso monte si è soliti a vedere un paese accidentato, sparso di grossi frammenti. Qui la natura mostra che l’ultimo movimento prima che il letto del mare si cambiasse in terra asciutta può talvolta essere molto tranquillo.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





Hurtado