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      Tuttavia prima della loro introduzione la superfice deve avere portato come in altre parti un’erba comune. Io non so se vi sia notizia di un caso come questo dell’invasione in così grande scala di una pianta straniera sulle indigene. Come ho già detto in nessun luogo vidi il cardo a mezzodì del Salado: ma è probabile che in proporzione che il paese viene abitato il cardo ristringerà i sui limiti. Il caso è differente col cardo selvatico gigantesco, dalle foglie variegate dei Pampas, perchè lo incontrai nella valle del Sauce. Secondo i principii tanto bene esposti dal signor Lyell, pochi paesi hanno sopportato mutamenti più notevoli dall’anno 1535 allorchè i primi coloni dalla Plata sbarcarono con 72 cavalli. Le innumerevoli mandre di cavalli, di bovini e di pecore, non solo hanno alterato tutto l’aspetto della vegetazione, ma hanno quasi bandito il guanaco, il cervo e lo struzzo. Numerosi altri mutamenti debbono pure essere seguiti, il maiale selvatico in alcune parti probabilmente si sostituisce al peccari; branchi di cani selvatici si sentono ora abbaiare sulle sponde boscheggiate dei corsi di acqua meno frequentati, e il gatto comune mutatosi in un animale più grosso e più feroce abita le colline rocciose. Come ha osservato il signor d’Orbigny, l’accrescimento del numero degli avvoltoi, dacchè vennero introdotti gli animali domestici, deve essere sommamente grande, ed abbiamo riferito le ragioni che fanno credere che essi abbiano allargato la loro cerchia meridionale. Non v’ha dubbio che molte piante, oltre il cardo ed il finocchio, sono divenute indigene; quindi le isole presso la foce del Parana sono fittamente ricoperte di alberi di pesche e di arancie, che nascono dai semi portati colà dalle acque del fiume.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





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