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      Presso Buenos Ayres questi animali sono comunissimi. Sembrano loro dimora prediletta quelle parti della pianura, le quali metà dell’anno sono coperte di cardi selvatici giganteschi. I Gauchos asseriscono che vive di radici; ciò che sembra probabile per la grande forza dei suoi denti roditori e per la natura dei luoghi che frequenta. A sera le viscaccie escono fuori in gran numero e stanno tranquillamente sedute sull’ingresso della loro tana. In questo tempo sono fiduciosissime, ed un uomo a cavallo che passa vicino non sembra essere per loro che un oggetto di grave contemplazione. Corrono molto sgarbatamente, e quando sono incalzate dal pericolo, rassomigliano per la loro coda diritta e le brevi zampe anteriori, a grossi topi. La loro carne cotta è bianchissima e buona, ma di rado è adoperata.
      La viscaccia ha un’abitudine singolarissima, quella cioè di portare qualunque oggetto duro all’entrata della sua tana; intorno ad un gruppo di buchi si trovano ossa di bestiami, pietre, sassi, steli di cardo, pezzi di terra indurita, sterco di animali secco, ecc., raccolti in mucchi irregolari, che frequentemente potrebbero riempire un carretto. Mi fu detto con certezza che un signore, viaggiando in una notte scura, lasciò cadere il suo oriuolo, tornato il mattino si mise a cercare nel contorno di tutti i buchi delle viscaccie che erano sulla strada, e, come sperava, lo rinvenne. Questo costume di raccogliere quello che può trovarsi sul terreno presso la sua abitazione deve costar loro molta fatica.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





Buenos Ayres Gauchos