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      Questo fatto mi sembra un caso curioso della pieghevolezza delle affezioni del cane; e tuttavia sia esso selvatico od educato, ha un senso di rispetto e di timore per quelli che compiono il loro istinto di associazione. Perchè noi non possiamo comprendere da quale pricipio i cani selvatici siano fatti fuggire da un solo col suo gregge tranne che essi considerino, per qualche confusa nozione, che quell’uno in tal modo associato acquista forza come se fosse in compagnia della propria specie. Federico Cuvier ha osservato, che tutti gli animali che si addomesticano facilmente, considerano l’uomo come un membro della loro propria società, e quindi compiono il loro istinto di associazione. Nel caso sopra riferito il cane da pastore considera le pecore come suoi confratelli e così acquista fiducia; e i cani selvatici, sebbene sappiano che le pecore individualmente non siano cani, ma sono buone da mangiare, tuttavia aderiscono in parte a questo modo di vedere quando stanno in gregge con un cane da pastore alla loro testa.
      Una sera un domidor (domatore di cavalli), venne onde domare alcuni puledri. Descriverò qui gli stadii di preparazione, perchè credo non siano stati mai menzionati da altri viaggiatori. Un branco di puledri selvatici è fatto entrare nel corral, o grande recinto di palizzate, e se ne chiude la porta. Supporremo che un uomo solo abbia da impadronirsi e montare un cavallo, il quale non ha mai sentito nè briglia nè sella. Io credo che tranne per un Gaucho, questo sarebbe al tutto impraticabile.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





Cuvier Gaucho Descriverò