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      Durante i nostri differenti viaggi al Sud del Plata, rimorchiai spesso a poppa una rete fatta di stamigna, e presi così molti animali curiosi. Vi erano molti generi di crostacei strani e non ancor descritti. Uno, il quale per qualche rispetto è affine ai Notopoda (ossia quei granchi che hanno le zampe posteriori collocate quasi sul dorso, onde potere aderire alla parte inferiore degli scogli), è notevolissimo per la struttura delle sue zampe posteriori. La penultima articolazione invece di terminare in un semplice uncino, finisce con tre appendici arricciate di lunghezza disuguale, la più lunga uguaglia quasi l’intera zampa. Questi uncini sono sottilissimi, e sono a mo’ di sega con finissimi denti diretti allo indentro; le loro estremità incurvate sono piatte, e su questa parte stanno cinque minutissime ventose che sembrano operare nello stesso modo delle ventose dalle braccia della seppia. Siccome l’animale vive in alto mare, e manca probabilmente di luogo per riposare, suppongo che questa bella anomalissima struttura, sia acconcia per tenerlo attaccato agli animali marini galleggianti.
      Nell’acqua profonda, lungi dalla terra, il numero delle creature viventi è sommamente scarso; al sud di 35° di latitudine, non sono mai riescito a prendere che alcune beroe, e poche specie di piccoli crostacei entomostracei. Nell’acqua poco profonda, alla distanza di poche miglia dalla costa, sono numerose molte specie di crostacei ed alcuni altri animali, ma solo durante la notte. Fra le latitudini 56° e 57° sud del Capo Horn, la rete venne tirata a bordo parecchie volte, tuttavia non portò su mai nulla, tranne alcuni pochi individui di due minutissime specie di entomostracei.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





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