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      Tuttavia le balene e le foche, le procellarie e le diomedee sono molto abbondanti in questa parte dell’Oceano. È sempre stato un mistero per me di che cosa possano vivere le diomedee che stanno tanto lontane dalla spiaggia; suppongo che, come il Condoro, possano digiunare a lungo, e che un buon pasto del carcame di una balena imputridita basti per un tempo lungo. Le parti centrali ed intertropicali dell’Atlantico, brulicano di pteropodi, crostacei e raggiati coi loro divoratori i pesci volanti, e di nuovo coi loro divoratori le palamite e le albicore; suppongo che i numerosi animali pelagici inferiori si nutrano di infusorii, i quali dalle ricerche di Ehrenberg si sa ora che abbondano nell’alto mare; ma di che cosa vivono questi infusorii nella limpida acqua azzurra?
      Mentre si viaggiava un po’ al sud del Plata in una notte molto buia, il mare ci presentò uno spettacolo meraviglioso e bellissimo. Soffiava una forte brezza ed ogni parte della superfice, che durante il giorno era spuma, ora splendeva di una pallida luce. La nave spingeva innanzi a sè due flutti di fosforo liquido, e nel suo solco era seguita da uno strascico lattiginoso. Fin dove giungeva l’occhio la cresta di ogni onda era brillante ed il firmamento sopra l’orizzonte, per lo splendore riflesso di queste livide fiamme, non era così interamente oscuro come la volta del cielo.
      Mentre ci avanzavamo verso il sud, il mare era di rado fosforescente; e varcato il Capo Horn, non mi ricordo di averlo veduto così più di una volta, ed allora era tutt’altro che splendido.


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Diario di un naturalista giramondo
di Charles Darwin
pagine 739

   





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